venerdì 1 settembre 2017

L’assetto dell’auto e i riflessi sulla guida

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L’assetto dell’auto

In questo primo articolo vorrei iniziare a parlare con voi di tecnica dell'auto e più in particolare di assetto, di come le regolazioni incidono sul comportamento di un'auto e di come, attraverso alcune modifiche, è possibile correggere alcune tendenze di una autovettura come ad esempio il sottosterzo o il sovrasterzo.
Vista la vastità dell'argomento sarà un appuntamento a puntate, ogni articolo cercherà di analizzare e descrivere le varie componenti dell'auto che a vario titolo influiscono sul comportamento della vettura in strada così come in pista.

Definiamo il termine "assetto"

Ma cosa intendiamo quando parliamo di assetto? Possiamo provare a definire il concetto di assetto come l’insieme delle regolazioni apportate alla ciclistica di un’auto (telaio, sospensioni, ammortizzatori, freni, pneumatici, ecc.) allo scopo di raggiungere gli obiettivi di guida prefissati.

Una bella Alfa storica con assetto morbido
 Lo stesso assetto va bene per tutti?
Ad ogni stile di guida corrisponde un assetto ideale caratterizzato da componenti e regolazioni degli stessi molto diverse. Se per un pilota l’obiettivo finale è raggiungere una configurazione che garantisca alla sua auto la massima tenuta di strada, per un comune guidatore che utilizza una automobile nel traffico cittadino di tutti i giorni (magari proprio lo stesso modello del pilota di cui sopra) evidentemente la tenuta di strada in condizioni limite non sarà certo la sua priorità ma preferirà piuttosto quelle regolazioni che conferiscono all'auto un buon confort di guida, lo smorzamento delle asperità e la silenziosità del mezzo.

Proprio per questo motivo l’assetto originale delle auto stradali, anche quello dei modelli sportivi, rappresenta una soluzione di compromesso in grado di soddisfare tutte le possibili configurazioni di utilizzo della nostra autovettura. L’assetto deve garantire sicurezza e confort di guida su strade asciutte come su strade innevate, con il solo guidatore a bordo oppure durante i viaggi con famiglia e bagagli al seguito, su percorsi autostradali pianeggianti così come su ripide e tortuose strade di montagna.
Ovviamente questa flessibilità ha un costo e cioè il fatto che l’assetto della nostra auto si adatta a diverse condizioni di guida ma non è ottimizzato per nessuna di esse.

Negli anni della mia giovinezza, i famosi e rimpianti anni 80, quando qualche amico interveniva per “truccare” la propria auto l’interesse invariabilmente si focalizzava sul motore. La ricerca di cavalli extra era la panacea universale per avere un’auto più veloce e sportiva, l’assetto era un aspetto secondario e gli interventi erano mirati più che altro all’estetica. Si montavano gomme più larghe e si riduceva l’altezza da terra dell’auto accorciando le molle originali di qualche centimetro.

Il risultato raggiunto con queste modifiche "artigianali" ed improvvisate erano auto più potenti ma inguidabili, più pericolose ed alla fine più lente a causa di una minor velocità di percorrenza in curva grazie a interventi sull’assetto che spesso peggioravano quello già mediocre di serie.

Dobbiamo considerare che ogni modifica alla nostra autovettura deve essere accuratamente studiata e deve agire in armonia con tutte le altre componenti che hanno una influenza con il comportamento della vettura su strada.
Cerchiamo quindi di conoscere meglio queste componenti e vediamo assieme come le modifiche su di essi agiscono sul comportamento dinamico della nostra auto, in modo particolare in caso di un uso più sportivo della nostra vettura come ad esempio l’utilizzo in pista durante un Track Day.

Nel prossimo articolo parleremo dell'elemento più importante, quello che collega la nostra auto alla strada o alla pista, ovvero le gomme, o i pneumatici che dir si voglia.


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