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| La molla elicoidale: la soluzione più diffusa per l'assetto moderno |
Se c’è un argomento capace di regalare mal di testa e notti
insonni a chiunque si approcci alla progettazione o alla modifica di un
assetto, questo è senza dubbio quello dei mezzi elastici. Spesso ci si
concentra solo sugli ammortizzatori, dimenticando che il vero compito di
assorbire le asperità della strada e sorreggere il corpo vettura spetta a loro:
le molle, nelle loro varie declinazioni.
In questo approfondimento tecnico, analizzeremo come
funzionano i sistemi elastici, quali sono le soluzioni adottate nella storia
dell’auto e perché, ancora oggi, la semplicità vince quasi sempre sulla
complessità.
Qual è il compito di un sistema elastico?
Il principio di base è semplice: il mezzo elastico deve
assorbire un carico mediante una deformazione proporzionale. Che si
tratti di un urto secco (una buca) o di un carico lento e progressivo (il
rollio in curva o il beccheggio in frenata), la molla deve immagazzinare
energia per poi restituirla, cercando di tornare al suo stato iniziale.
Ma cosa rende "ideale" un sistema elastico? Per un
progettista, la lista dei desideri è lunga:
- Ingombro
e peso ridotti: ogni grammo risparmiato sulle masse sospese (e non) è
oro colato.
- Elevata
flessibilità: grande capacità di assorbimento.
- Rapido
ritorno alla condizione iniziale.
- Resistenza
allo snervamento: la capacità di non perdere la propria
"forma" e forza dopo migliaia di cicli.
- Isteresi
contenuta: ovvero il minimo ritardo elastico nella risposta.
Le diverse strade della tecnica: dalle balestre alla F1
1. Le Balestre: un ritorno inaspettato
Le balestre in acciaio sono il sistema più antico ed erano impiegate sulle carrozze trainate da cavalli prima ancora della nascita dei mezzi a motore. Sebbene
siano state abbandonate per anni sulle vetture stradali a favore di sistemi più
compatti, stanno vivendo una seconda giovinezza grazie ai materiali
compositi. Le fibre moderne permettono di ottenere pesi piuma e
un’altissima resistenza allo snervamento, superando i limiti del vecchio e
pesante acciaio.
2. Barre di Torsione: la molla "srotolata"
Molto diffuse sulle vetture francesi di un tempo, le barre
di torsione non sono altro che molle elicoidali sviluppate in senso rettilineo.
- Vantaggio:
ingombro minimo, ideali per i retrotreni dove lo spazio è poco.
- Svantaggio: per avere un buon indice di snervamento devono avere diametri generosi e richiedono bracci della sospensione molto rigidi (e spesso lunghi) per poter generare la leva necessaria a torcerle. Tutto questo porta ad una struttura molto pesante a dispetto delle dimensioni ridotte.
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| Schema di una barra di torsione |
3. Tamponi di gomma e aria
Sistemi come quelli a tamponi di gomma (resi celebri dalla
Mini classica) hanno mostrato limiti evidenti: scarsa durata, isteresi elevata
e difficoltà nel controllare i grandi movimenti. L’aria, invece, regna
sovrana nei mezzi pesanti per la facilità di variare il carico, ma sulle auto
soffre per ingombri e complessità del sistema.
4. Il sogno delle Sospensioni Attive
Negli anni '90 la F1 ci ha mostrato il futuro: sistemi a
pistoni idraulici e pompe ad alta pressione capaci di annullare rollio e
beccheggio, le famigerate sospensioni attive, poi messe al bando dalla FIA. Anche Citroen ha costruito la sua leggenda su principi analoghi
(l'idropneumatica). Il problema? La durata nel tempo. Se in F1 il
sistema deve reggere un GP, su una vettura stradale deve funzionare per diversi anni senza perdite o cali di pressione. Gli elevati costi di manutenzione e di realizzazione, legati alla presenza di serbatoi, canalizzazioni e pompe, hanno portato al declino di un sistema sospensivo che era in grado di assicurare un confort di marcia inarrivabile per le altre tecnologie.
Il ritorno alla semplicità: La Molla Elicoidale
Dopo aver esplorato ogni tipo di esotismo tecnico, la storia
dell'auto torna sempre lì: alla molla elicoidale. Perché? Perché è il
miglior compromesso tra semplicità, efficienza e costi. La troviamo
sull'anteriore della quasi totalità delle auto moderne e in ogni categoria del
motorsport.
Le molle elicoidali sono facili da progettare, costruire e,
soprattutto, da sostituire. Se l’assetto non convince, cambiare un paio di
molle con una costante elastica (K) diversa è l'operazione più semplice ed
efficace che un preparatore possa compiere.
Conclusioni
Nella dinamica del veicolo, la soluzione tecnicamente più
complessa non è sempre la migliore. Mentre i materiali avanzano, permettendoci
di rivisitare concetti vecchi come le balestre, la molla elicoidale resta il
punto di riferimento.
Prima di procedere al calcolo tecnico delle molle (che
vedremo nel prossimo appuntamento), ricordate: il sistema elastico ideale non è
quello che "sposta" il limite fisico, ma quello che permette
all'intero assetto di lavorare in armonia, garantendo costanza di rendimento e
affidabilità.
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